DIGA DEL VAJONT – LA TRAGEDIA DEL NORD EST D’ ITALIA – CIAO VALENTINA
Lo “tsunami” nel nord-est dell’Italia che non può essere dimenticato. La Diga del Vajont rappresenta uno degli errori più grandi fatti dall’uomo che poteva e doveva essere evitato.
Lo “tsunami” nel nord-est dell’Italia che non può essere dimenticato.
Avevo probabilmente 10 anni quando i miei genitori mi portarono per la primissima volta a vedere la grande e imponente diga del Vajont.
Ricordo un enorme senso di silenzio e una pace surreale e ricordo la diga, che se ne stava lì, apparentemente innocente, tra 2 montagne.
Circa 20 anni dopo la mia prima visita, ho deciso di tornare in occasione del 56 ° anniversario del disastro che cambiò questa zona per sempre. Una volta arrivata sotto la grande diga mi sono resa conto che è difficile essere emotivamente pronti per visitarla. Non spiegherò le ragioni e gli aspetti tecnici di ciò che è accaduto qui, lascerò fare questo a internet. Sono qui piuttosto a parlare delle emozioni provate e spero di poterti così aiutare a prepararti emotivamente ad una tale visita.
Non appena lasci l’auto, davanti al piccolo ufficio informativo, noterai dei piccoli ritagli di cotone colorati e su essi scritti a penna nomi di bambini che hanno perso la vita in quella notte di ottobre. I fazzolettini color bianco candido sono dedicati ai bambini non nati, morti nel grembo delle loro madri.
Appena iniziato il tour realizzai che dove stavo camminando, quindi di fronte all’ufficio informativo e ai fazzolettini colorati, era in realtà terreno della frana. Mi venne la pelle d’oca.
Con il tour mi sono fermata vicino alla chiesetta non lontano dall’ingresso della diga. Qui la guida iniziò a spiegare quello che accadde quella notte. Saremo stati una decina, forse 15 persone a prendere parte di quel tour e nessuno parlava, nessuno faceva domande, tutti lì, ad ascoltare le parole toccanti e severe della guida. La guida era un volontario della zona che condivide informazioni e storie perché, come ha detto lui, tutto questo non deve essere dimenticato e, al contrario, deve insegnarci.
Il tour continua a piedi e ti porta lungo un sentiero sicuro che ti permette di vedere l’intera altezza della diga e la città di Longarone giù nella valle.
Probabilmente ero a metà del percorso quando ho iniziato a immaginare quella notte, esattamente come stava spiegando la guida. Il 9 ottobre 1963 alle 22.39, una frana contenente 300 milioni di metri cubi di terra cadde dal Mont Toc in soli 40 secondi ad una velocità di 65 km all’ora.
L’impatto della frana caduto all’interno della diga spostò 48 milioni di metri cubi di acqua in due enormi onde. La prima onda alta 80 metri investì completamente gli insediamenti lungo le rive. La seconda ondata era alta 170 metri e uscì della diga distruggendo Longarone e tutti gli altri piccoli villaggi vicini.
Un vero disastro che prese la vita di 1910 anime – e io, ancora lì, in piedi, tra i resti della vecchia città e la diga, ancora in perfette condizioni, sentendo un profondo senso di silenzio e chiedendomi il significato di tutto questo. Incuria e negligenza dietro a questo dramma e resti di ricordi e storie che non possono essere dimenticate.
Lo stesso giorno andai a visitare Casso, un piccolo paesino, direi quasi invisibile, non lontano dalla diga con solo 16 abitanti. Un salto nel passato che ti farà sentire, ancora una volta, come ai vecchi tempi. Le vecchie case di pietra, le strette stradine e il silenzio.
Qui il silenzio è ovunque, in ricordo di quelle persone che non sono più con noi, che fanno parte di questa tragedia che si sarebbe potuta evitare.
Se ti trovi in questa zona o hai la possibilità di visitare, assicurati di prendere parte al tour per un piccolo costo di 6 euro, non dura più di 40 minuti. Visita anche le aree vicine e supporta così l’economia locale.
Questa zona nel nord-est d’Italia è perfetta da visitare se soggiorni a Venezia o nelle vicinanze. Consiglio vivamente di prendere un’auto a noleggio e guidare fino a qui. Ci vorrà meno di 1 ora e 30 minuti per raggiungere la diga del Vajont da Venezia.
Scoprirai qualcosa di autentico e unico, al di fuori delle comuni aree turistiche veneziane.
Inoltre, farai del bene, sostenendo la piccola economia del posto.
Valentina
P.S: Vivi, Viaggia, Ridi e Ripeti
in modo responsabile
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